Giornale Italiano Tunisino

Nel 1859 in Tunisia nasce il primo giornale a diffusione periodica: Il Corriere di Tunisi. Questo giornale non fu altro che l'inizio della testimonianza dell'impronta italiana in Africa.
Il Corriere di Tunisi non fu l'unico giornale italiano, ce ne furono molti altri come: Il Minatore, La Voce del Muratore, nei quali la stampa si dedicava a denunciare le condizioni disumane dei lavoratori nei cantieri, nelle miniere e nelle campagne.  


"Simpaticuni" era un giornale satirico, nel quale attraverso l'umorismo si cercava di far riflettere con riflessioni e pensieri su tutto ciò che accadeva nei luoghi del lavoro e della comunità.

"Fotte(faute) des italiens" è l'esempio perfetto dell'umorismo di stampa: un uomo italiano con tono assurdo e indignato dichiara che ogni qual volta accade qualcosa ai "musurmani", la colpa viene riservata sempre agli italiani.
Se c'è il colera, se muoiono cristiani è "Fotte des italiens", se i francesi hanno pochi bambini è colpa degli italiani che ne hanno troppi... In sintesi, con un linguaggio drasticamente sincero e non curante della volgarità, in questo caso oserei dire anche opportuna, l'uomo esprime:" Ma insomma co' 'sto <fotte> o prima o poi, io penso che quaggiù, fra tutti quanti li più <sfottuti> semo sempre noi!"



Ma l'ironia non era solamente l'arma attraverso cui far riflettere su quelli che sono i diritti umani, era anche una sorta di cortile dove tenersi informati sulla collettività.


L'ucchiatura (un fatto accaduto alla Piccola Sicilia) è, invece, un esempio di come il cortile tra comare fosse anche in versione cartacea.
Tresa racconta alla "commari", di Maricchia, una giovane innamorata di Giuseppi il macellaio: sostiene che il mondo a Tunisi è completamente un "munnu sutta supra" dove è "a fimmina ca cerca a l'omu".
Maricchia ogni giorno passava di fronte la sua "putia", andava a comprare la carne da lui, ma Giuseppi quando la vedeva "subbuto si nni traseva dintra" o faceva finta di "inchiri sasizza", così Maricchia se ne andò da "Paula" a farsi togliere l'ucchiatura (malocchio). Paula le preparò una "buttighina" di olio, aceto e qualche aroma che poi avrebbe dovuto lasciare nella putia di Giuseppi. Così di sera, Maricchia ruppe la buttighina dentro la putia, Giuseppi che era lì con alcuni suoi amici, sentì "lo bottu", si precipitò e inseguì a Maricchia, quando la prese, lei gli rispose che era per togliergli l'ucchiatura, ma Giuseppi "cci disse che fu un bucu n'all'acqua."
Da questo fatto la commari di Tresa con totale spontaneità dice che "nautri du' iorna arrivamu ca a li fimmini cci spuntani i mustazzi e si mettunu i causi, e l'omini si mettunu a vesti e fannu quasetta".

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