La Tunisia: l'America dei Siciliani

Sono sazia di parole, le mie mani inciampano su questi lemmi e la mia mente mi chiude la porta in faccia avendo letto e ascoltato testi che racchiudono verità disumane.
                                           
Crocifisso Radice, Salvatrice Marino (Terranova-Gela), Francesco Lipari, Anna Merlo (Catania), Domenico Abonda (Messina), Giovanni Sorrentino, Giuseppe Mineo, Vita Allotta, Angela De Giudice (Trapani) e tanti, tanti altri... Sono nomi rubati al Passato che ho voluto riesumare per raccontare...

Dopo l'unificazione dell'Italia nel 1861, il sud si era impoverito ancor di più, l'unico oro di cui disponeva la Sicilia era il colore dei ciuffi del grano che si disperdevano come onde sulle misere colline da cui migliaia di compatrioti emigrarono per sbarcare sulle coste della Tunisia.

La Tunisia fu sotto il dominio Italiano fino al 1881: quando la Francia invase la Tunisia che divenne Protettorato francese.

Una Tunisia che appariva francese sulla carta, ma che nella realtà straripava di italiani, specialmente di siciliani alla ricerca di una nuova patria che gli desse ciò che lo stato italiano non gli aveva garantito: la dignità di un lavoro. Anime impregnate di miseria si recavano nelle loro nuove dimore ospitanti: baracche che formavano centri abitati come "la piccola Sicilia" alla Goletta, a Tunisi, a Susa.
Svolgevano i lavori più umilianti che si addicevano di più alla loro povertà, esercitavano quello che i francesi non avrebbero fatto mai.

Le scuole italiane ospitavano circa 130 alunni, imparavano tre lingue: italiano, arabo e francese, a differenza delle scuole francesi dove si studiava solamente la loro lingua, nelle quali vi erano anche bambini detti "nude braccia", cioè delle classi meno abbienti.






La Tunisia, che era divenuta porto di rifugio per quei naufraghi
italiani, ottenne l'indipendenza nel '56 grazie ad Habib Bourghiba e ciò significò decolonizzazione del territorio da francesi e italiani.

Ora, tutti quei figli, nipoti nati in Tunisia da quelle ondate migratorie che avevano invaso il mare blu Tunisino, si trovarono a sventolare in aria come una bandiera, un fazzoletto bianco, trasportando valigie stracolme di quel cielo che sarebbe rimasto loro per sempre.

      "Adieu Tunis la blanche... Nous ne te reverrons plus"

                 "Addio Tunis la blanche... Non ti rivedremo più..."

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